Parola a Mattarella. Giuseppe Conte ha consegnato le sue dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica ed ora rocca al Colle sciogliere i nodi di una crisi di governo complicata. Il colloquo tra Conte e Mattarella è durato circa mezz’ora al culmine di una mattinata che aveva visto il premier ormai dimissionario comunicare ufficialmente le sue intenzioni al Consiglio dei ministri. Dopo il Quirinale, come da prassi, Conte, comunque in carica per il disbrigo degli affari correnti,
ha comunicato la sua scelta anche ai presidenti di Senato e Camera, Casellati e Fico, prima di affrontare c’è da crederlo una seconda parte di giornata ancora lunga, fatta di telefonate, contatti, alla ricerca dei numeri e degli assetti necessari a garantirgli un reincarico per un Conte-ter.
In queste ore è un susseguirsi di dichiarazioni che indicano le posizioni ufficiali dei partiti, ma non del tutto le loro intenzioni e le loro “disponibilità”. È il momento della verità, in queste ore capiremo chi difende e ama la Nazione e chi invece pensa solo al proprio tornaconto. Il MoVimento 5 Stelle rimane il baricentro del Paese e insieme al presidente Giuseppe Conte offriremo il nostro contributo per la stabilità”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che alcune voci indicano come possibile alternativa a Conte a capo di un nuovo esecutivo. Sostegno a conte è arrivato anche da Pd e Leu, ma nessuno appare disposto a sacrificare tutto ed andare ad elezioni anticipate pur di salvare Conte, anche se Franceschini prima e Serracchiani dopo dal fronte Dem fanno sapere di ritenere necessario “un allargamento della maggioranza e un rilancio dell'azione di governo” e che “il punto imprescindibile è Conte”.
Sul fronte opposto Meloni e Salvini contrari ad un Conte-ter rimangono fermi sulla richiesta di ricorso anticipato alle urne, mentre per il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, "Se tutti i migliori si mettono assieme per affrontare l'emergenza con un governo di unità nazionale stabile e serio" Forza Italia ci sarà.
