Cantone: Manette agli evasori? Credo sia giusto un inasprimento delle sanzioni per i casi più gravi

In occasione della presentazione del rapporto Anac sulla corruzione in Italia nel triennio 2016-2019, l'ultimo del suo mandato prima di rientrare in magistratura, Raffaele Cantone interviene nel dibattito sugli strumenti per combattere l'evasione fiscale, cavallo di battaglia dell’azione del governo giallo-rosso. “Non ho mai pensato – ha risposto alla domanda sul tema carcere per i grandi evasori - che con le manette si risolvano i problemi, ma l'evasione è un reato grave. Credo sia giusto un inasprimento delle sanzioni per i casi più gravi . Naturalmente va verificato come è scritta la norma prima di dare un giudizio”.
Quanto alla situazione della corruzione in Italia, il presidente dell'Anac parla di un “quadro preoccupante ma non devastante”, anche se il tema resta diffuso, ma purtroppo, a suo dire, scomparso dal dibattito pubblico. Nel rapporto si legge che fra agosto 2016 e agosto 2019 i provvedimenti della magistratura riguardanti casi di corruzione sono stati 152, 117 dei quali correlati in qualche modo al settore degli appalti. Tra le regioni, la maglia nera va alla Sicilia, seguita da Lazio e Campania. Quarantasette i politici indagati nel triennio per corruzione, di cui 43 arrestati. Tra loro 20 sindaci, 6 vicesindaci, 10 assessori.
Il rapporto, ha spiegato Cantone “ha consentito di dare riscontro fattuale al cosiddetto fenomeno della smaterializzazione della tangente, che vede una sempre minor ricorrenza della contropartita economica”. Il denaro continua a rappresentare il principale strumento dell'accordo illecito, ma la nuova frontiera è quella dei “benefit”, ovvero l'assegnazione di un posto di lavoro a un parente o un sodale, oppure una consulenza reale o fittizia fino ad arrivare alla concessione di benefit come viaggi, cene, ristrutturazioni edilizie. Ed anche, talvolta, il soddisfacimento della richiesta di prestazioni sessuali.