Ex Ilva, ArcelorMittal annuncia: ci ritiriamo. Sindacati in allarme, vertice al Mise

Vertice d’urgenza al Ministero dello sviluppo economico, dopo l’annuncio di ArcelorMittal di voler recedere dal contratto di affitto relativo agli impianti ex Ilva. All’incontro partecipano anche, oltre al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, il ministro del Sud, Giuseppe provenzano e il ministro dell’ambiente Sergio Costa, anche il ministro della Salute, Roberto Speranza e il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. Una convocazione improvvisa volta a individuare iniziative capaci di scongiurare quella che si annuncia come una “bomba sociale”, in particolare su Taranto. L’azienda anglo-indiana ha notificato ai commissari straordinari dell'azienda la volontà di rescindere l'accordo per l'affitto con acquisizione delle attività di Ilva Spa e di alcune controllate, acquisite secondo l'accordo chiuso il 31 ottobre del 2018. Diecimila i posti di lavoro a rischio.
La ArcelorMittal , oltre al mancato scudo legale e ai provvedimenti del tribunale di Taranto, argomenta, anche "altri gravi eventi, indipendenti dalla volontà di ArcelorMittal, che hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto". Sulla base di queste motivazioni, la società ritiene di avere le carte in regola per risolvere il Contratto “in base agli applicabili articoli e principi del codice civile italiano". Se non ci saranno altre novità, tra meno di un mese lavoratori e impianti ex Ilva torneranno all'Amministrazione Straordinaria. Tra le motivazioni principali, la vicenda dello “scudo penale” riservato in passato ai vertici di Arcelor poi recentemente revocato dal decreto "salva imprese". Un annuncio che ha suscitato immediato allarme da parte dei sindacati. La segretaria generale della Fiom-Cgil, Francesca Re David, in una nota chiede all’azienda di “chiarire quali siano sue intenzioni rispetto dell'accordo e al piano di investimenti”. Ma non mancano parole forti anche all’indirizzo del governo: “il comportamento del governo è contraddittorio e inaccettabile: con il Conte 1 ha introdotto la tutela penale parallela agli investimenti e con il Conte 2 ha cancellato la stessa norma dando all'azienda l'alibi per arrivare a questa decisione". Per il segretario nazionale della Fim Cisl Marco Bentivogli quello del governo è “un capolavoro di incompetenza e pavidità politica” che ha l’effetto di non disinnescare bomba ambientale e di unire ad essa una bomba sociale. I sindacati chiedono un incontro immediato con ArcelorMittal e con il governo e si preparano battaglieri a porre la questione Taranto giò stasera nel vertice convocato a Palazzo Chigi con Conte per parlare della manovra.

Tra le prime reazioni all'annuncio di ArcelorMittal di voler rescindere i contratti per l'ex Ilva, da segnalare quella dell'ex Ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda che su twitter accusa di irresponsabilità chi ha votato contro lo “scudo penale” per l'ex Ilva e di aver "distrutto il lavoro di anni e mandato via dal Sud un investitore da 4,2 mld".

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