Spagna: dal voto nuova instabilità. Si dimette Alberto Rivera, leader di Ciudadanos

Socialisti primi, ma senza maggioranza, con l’ultradestra di Vox che diventa terza forza. L’esito del voto di ieri in Spagna, rinnova, complicandolo, se possibile, il quadro di instabilità politica con il quale da molto tempo gli spagnoli convivono. Cadono intanto le prime teste: il leader di Ciudadanos , Alberto Rivera si è dimesso dalla guida del partito crollato a 10 seggi dai 57 che aveva.
Il politico di origine catalana ha annunciato le dimissioni questa mattina durante una riunione del comitato esecutivo del partito che guidava dalla sua fondazione. "I leader assumono in prima persona non solo i successi, ma anche i fallimenti", aveva detto ieri sera Rivera appena è apparsa chiara la portata della sua sconfitta. Un congresso straordinario deciderà la nuova leadership della formazione.
Per gli altri, i socialisti in primis, rimane il rebus legato alla formazione di un nuovo governo. E diventa più tortuosa la strada di Sanchez per restare alla guida del paese con una maggioranza chiara. Non basteranno i voti di Pablo Iglesias e della sua Podemos fortemente ridimensionata dal voto. I messaggi lanciati da Iglesias ai socialisti sono distensivi ("tendiamo la mano al partito socialista"), resta da vedere cosa succederà nella sostanza.
Tra le ipotesi, quella di un via libera dei Popolari di Pablo Casado ad un governo Sanchez, magari sotto forma di astensione al momento del voto di fiducia in aula. Il recupero nei seggi, anche se sotto i livelli sperati, potrebbe spingere Casado a lasciare i socialisti impegnati in una difficile prova di governo e ricostruire quindi le condizioni per un ritorno al potere. Ad esultare più di altri è Santiago Abascal, leader di Vox, capace con i suoi continui richiami alla “Spagna unita”, di attrarre un elettorato ostile alla sfida indipendentista proveniente dalla Catalogna.