Financial Times: il vaccino di Oxford genera una forte risposta immunitaria tra gli anziani

Il vaccino anti-Covid sviluppato dall'università di Oxford, in collaborazione con l'azienda farmaceutica AstraZeneca, genera una forte risposta immunitaria tra gli anziani, il gruppo più vulnerabile. Lo scrive il Financial Times, che parla di forti speranze generate dalla sperimentazione clinica giunta alla fase 3, l'ultima prima di ottenere le necessarie risposte sulla sua sicurezza ed efficacia e prima della indispensabile validazione da parte degli enti regolatori.
Due fonti citate dal quotidiano come al corrente degli studi in corso, hanno sostenuto che il vaccino in questione genera gli anticorpi e i cosiddetti linfociti T tra gli anziani (le cellule il cui compito principale è identificare e uccidere gli agenti patogeni invasori o le cellule contagiate).
"Non per spargere facile ottimismo, ma per rispondere ad una giusta fame di informazione: è assolutamente credibile che la sperimentazione del progetto AstraZeneca-Oxford possa arrivare a conclusione con le sperimentazioni di fase III a fine novembre-metà dicembre” Lo ha detto Piero Di Lorenzo, presidente dell'Irbm di Pomezia, il centro che ha sviluppato insieme all'università di Oxford il candidato vaccino prodotto da AstraZeneca, ospite di una trasmissione televisiva. Di Lorenzo ha poi aggiunto di considerare “ragionevole” che entro la fine dell'anno possa esserci la validazione da parte degli enti regolatori, in netto anticipo quindi sui tempi solitamente necessari.
“Se tutto andrà bene – ha aggiunto -è ragionevole aspettarsi che le prime dosi di vaccino, 2-3 milioni, arrivino in Italia entro la fine dell'anno. Il contratto tra AstraZeneca e l'Ue prevede la consegna di 300 milioni di dosi entro giugno 20201. In Italia ogni mese arriveranno in Italia una decina di milioni di dosi. Entro giugno 2021, tutti quelli che vorranno vaccinarsi in Italia potranno farlo".