A San Marino l'aborto non è più reato. Nel referendum per la depenalizzazione stravince il Si

A San Marino l'aborto non è più reato. Nel referendum indetto per depenalizzare l'aborto ha stravinto il sì. Il quesito al quale oltre il 77% dei votanti ha detto si, si chiedeva di consentire alla donna di poter interrompere volontariamente la gravidanza entro la dodicesima settimana di gestazione, e anche successivamente "se vi sia pericolo per la vita della donna o se vi siano anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna".L'affluenza è stata del 41,11% in media con le altre consultazioni. Alle urne erano chiamati circa 35mila elettori. A San Marino, in base alla legge finora vigente, le donne non potevano abortire nemmeno se in pericolo di vita e l'interruzione di gravidanza era per il codice penale nazionale un reato punito con la reclusione da tre ai sei anni. Al termine dello scrutinio il 77,30% degli elettori ha approvato la legalizzazione dell'aborto. I sì sono stati 11.119 contro i 3.265 no.

La campagna elettorale ha visto schierati su opposti fronti le attiviste dell'Unione donne sammarinesi, organizzazione promotrice della consultazione popolare, e le associazioni Pro Vita. Ora, con la vittoria del sì, il Congresso di Stato sarà chiamato a redigere entro sei mesi un progetto di legge volto a disciplinare l'interruzione volontaria di gravidanza in territorio sammarinese. Fino ad oggi, le donne di San Marino per ricorrere all'interruzione di graviudanza erano costrette a rivolgersi al sistema sanitario italiano affrontando difficoltà e significativi costi.