"Fondamentale il rilancio della cooperazione tra Italia e Libia". Così Mario Draghi a Tripoli in occasione della sua prima vista all’estero da Presidente del Consiglio. Nel tentativo di riaffermare il ruolo centrale dell’Italia in quell’area , posizione oscurata negli ultimi tempi dall’azione di altri paesi, Turchia e Russia in primis, il premier si è recato questa mattina nella capitale della Libia accompagnato dal ministro degli esteri Di Maio. "Obiettivo è aumentare l’interscambio – ha detto Draghi al termine di un colloquio con il suo omologo Abdel Hamid Mohamed Dabaiba – questo è un momento unico per ricostruire". Un’opportunità resa tale dal nuovo clima che si respira nel paese, con un governo di unità nazionale, che ha riconosciuto ed è stato legittimato dal Parlamento, e che ha consentito un cessate il fuoco definito dallo stesso Draghi "il prerequisito per procedere con la collaborazione”.
I due premier hanno parlato anche di immigrazione con Draghi che ha espresso "soddisfazione per quel che la Libia fa per i salvataggi" in mare. Alla Libia Draghi ha confermato l'aiuto e il sostegno italiano. "Il problema – ha spiegato - non è solo geopolitico ma anche umanitario. E da questo punto di vista l'Italia è uno dei pochi, forse l'unico paese, che continua a tenere attivi i corridoi umanitari". Draghi ha ricordato "che il problema dell'immigrazione per la Libia non nasce solo sulle coste ma si sviluppa anche sui confini meridionali. L'Unione europea - ha concluso - è stata investita del compito di aiutare il governo libico anche in quella sede".
Dabaiba, da parte sua, ha riconosciuto all’Italia di essere stato uno dei pochi paesi ad aver tenuto aperta l’ambasciata anche in momenti difficili del conflitto e di confidare molto nella collaborazione tra i due paesi. Dabaiba ha auspicato in particolare "un aumento della collaborazione nel settore dell'elettricità e dell'energia”.
Draghi in Libia: Momento unico per ricostruire. L'immigrazione problema non solo politico ma umanitario
