Non siamo stati noi. Il ministro della Difesa dell'Ucraina nega un coinvolgimento diretto nel sabotaggio del gasdotto Nord Stream 2

"Non c'entriamo nulla con l'operazione di sabotaggio di Nord Stream 2". Da Stoccolma, dove partecipa al consiglio difesa informale dell'Ue, il Ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, è tornato a ribadire l'estraneità di Kyiv al sabotaggio del gasdotto: "sarebbe un bel complimento per i nostri servizi speciali - ha detto -ma quando si concluderanno le indagini si vedrà che l'Ucraina non ha nulla a che fare con tutto ciò".

Stando a quanto pubblicato ieri dal New York Times e da alcuni media tedeschi, a sabotare il gasdotto sarebbero stati agenti filo-ucraini, ma Kyiv non sarebbe stata a conoscenza dell'operazione. Notizie queste accolte con perplessità da Mosca, che parla di  "uno sforzo coordinato per sviare l'attenzione". Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, parlando all'agenzia di stampa russa RIA Novosti, si è chiesto come sia possibile che "funzionari americani possano supporre qualcosa senza un'indagine".

Tornando al ministro ucraino, da Stoccolma Reznikov  è tornato a sollecitare maggiore impegno da parte degli alleati a rifornire di armi il suo paese: "Abbiamo bisogno di munizioni, munizioni, munizioni. Ma non solo, anche di sistemi di difesa aerea, veicoli di fanteria da combattimento e altri carri armati come i Leopard. A quel punto avremo il pugno di ferro che ci serve per la controffensiva". A Stoccolma Reznikov ha incontrato le massime autorità locali e fatto visita ai militari ucraini feriti ed in cura in Svezia.

A Kyiv è intanto arrivato a sorpresa Antonio Guterres. Nella capitale ucraina il segretario generale delle Nazioni Unite incontra Volodymyr Zelensky. Al centro della sua missione, la conferma e l’estensione dell’accordo raggiunto tra russi e ucraini, con la mediazione di Onu e Turchia, per consentire l’esportazione di cereali ucraini dal Mar Nero.