Disinformazione e minacce: il capo dell'intelligence russa accusa l'Ucraina per l'attentato al Crocus City Hall e annuncia rappresaglie

La volontà di Mosca era apparsa chiara sin dalle prime dichiarazioni di Putin: attribuire comunqe all'Ucraina la responsabilità dell'attentato al Crocus City Hall. A rendere esplicita questa intenzione ci ha pensato oggi il direttore dei servizi di sicurezza interni russi (Fsb) Alexander Bortnikov che ha dichiarato che i servizi segreti dell'Ucraina hanno contribuito all'attentato terroristico di Mosca perpetrato da islamisti radicali. Bortnikov ha detto che gli attentatori sono stati "addestrati da Kiev in Medio Oriente". E che i risultati preliminari dell'inchiesta indicano un coinvolgimento degli Usa e della Gran Bretagna nell'attacco a Mosca. E poi sono arrivate le minacce: per Bortnikov il capo dei servizi segreti militari ucraini, Kirylo Budanov, "è un obiettivo legittimo per le forze militari russe, così come ognuno che perpetra crimini contro la Russia".

"Non vi è alcuna prova che l'Ucraina sia in qualche modo collegata a questi attacchi", ha ribadito da parte sua il portavoce per la politica estera della Ue, Peter Stano, invitando il governo russo a "non utilizzare gli attacchi terroristici a Mosca come pretesto o motivazione per aumentare l'aggressione illegale contro l'Ucraina, né usarlo come pretesto per l'aumento delle repressioni interne". Dello stesso tenore le dichiarazioni di Antonio Tajani. "Putin - ha affermato il capo della Farnesina - non deve utilizzare l'attentato per alzare lo scontro e per colpire di più l'Ucraina".