Addio a Luis Sepulveda: era divenuto scrittore per "dar voce a chi non ha voce"

Luis Sepulveda non ce l’ha fatta, il coronavirus se l’è portato via, Lo scrittore cileno è morto a Oviedo, in Spagna, dove viveva. Aveva 70 anni. Si era ammalato dopo il ritorno dal Portogallo dove aveva partecipato ad un premio letterario.

Uomo di grandi passioni, è stato autore di grandi best seller, da “'Il vecchio che leggeva romanzi d'amore”, pubblicato in Italia nel 1993, con cui aveva conquistato la scena internazionale, a “Storia di una gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare”, diventata un film d'animazione per la regia Enzo D'Alò. Da allora iniziò una produzione favolistica che aveva sempre protagonisti animali. “Questo –diceva- ti permette di vedere da lontano il comportamento umano per comprenderlo meglio". Ecologista convinto, fu acerrimo nemico e vittima della dittatura resse per molti anni il suo paese, il Cile. Durante il regime di Augusto Pinochet fu arrestato due volte e condannato all'esilio. Riottenne la cittadinanza cilena solo nel 2017. Cresciuto in un quartiere proletario di Santiago del Cile, durante la presidenza di Salvador Allende si era iscritto al Partito Socialista ed era entrato a far parte della guardia personale del Presidente cileno. Arrestato nel 1973 dopo il colpo di stato militare, era stato liberato sette mesi dopo per le pressioni di Amnesty International ma, un nuovo arresto lo aveva condannato all'esilio. Nel 1979 in Nicaragua si era unito alle Brigate Internazionali Simon Bolivar. Poi, dopo la vittoria dei sandinisti arrivò per lui l’Europa, prima Amburgo e poi la Francia. Dal 1996 viveva a Gijon, con la moglie Carmen Yáñez, poetessa cilena e grande amore di una vita.