Mediterraneo, strage senza fine: decine di migranti morti in due naufragi

 Si contano 65 dispersi per il naufragio di una nave di migranti avvenuto la scorsa notte nel mare Ionio a 100 miglia dalle coste calabresi; un solo corpo recuperato, quello di una giovane donna morta appena sbarcata a terra a Roccella Ionica.  A raccontare il dramma i sopravvissuti, 11 in tutto che versano in condizioni gravi. Intere famiglie in fuga dall’Afghanistan, dall'Iran, dal Kurdistan, da otto giorni in mare a bordo di una barca a vela partita dalla  Turchia. Secondo la prima ricostruzione del naufragio, a bordo della barca ci sarebbe stato un incendio che avrebbe fatto colare a picco l’imbarcazione. A prestare i primi soccorsi e a salvare i superstiti, al limite tra le acque Sar italiane e quelle greche, sono stati alcuni diportisti francesi che hanno poi lanciato l'allarme. La Guardia Costiera è poi intervenuta con due motovedette: una portato i superstiti a Roccella Ionica, l'altra ha continuato nella ricerca dei dispersi.

Una strage che ha scatenato la reazione indignata delle agenzie dell’Onu, Unhcr, Oim e Unicef che firmano una nota congiunta: "Se questi dati dovessero essere confermati - scrivono - il numero dei morti e dispersi nel Mediterraneo centrale salirebbe a oltre 800, una media di quasi 5 morti e dispersi al giorno dall’inizio dell’anno. Questi ennesimi incidenti generano un senso di profonda frustrazione per i ripetuti appelli inascoltati a potenziare risorse e capacità per le operazioni di ricerca e soccorso in mare a supporto della Guardia Costiera Italiana. Ogni naufragio rappresenta un fallimento collettivo, un segno tangibile dell'incapacità degli Stati di proteggere le persone più vulnerabili".

In un'altra area del Mediterraneo, dieci migranti sono stati trovati senza vita nello scafo di una barca in legno dai soccorritori della nave Nadir  della ong Resqship , che è riuscita a trarne in salvo altri 51. La Nadir è ora in navigazione verso Lampedusa.