Il Censis, come ogni anno, prova a fotografare le preoccupazioni, le ansie, le speranze, sempre meno, degli italiani. Il suo rapporto 2025 l parla di "un’età selvaggia, del ferro e del fuoco, di predatori e di prede", dove cambiano le regole e prevale "la prevaricazione illimitata". Chiamati a pronunciarsi sui grandi scenari internazionali, il 62% degli italiani ritiene che l’Unione europea non abbia un ruolo decisivo nelle partite globali, destinata alla marginalità per oltre il 53%,in un mondo in cui vincono la forza e l’aggressività, anziché il diritto e l’autorità degli organismi internazionali.Per 2/3 degli italiani l'America non è più un modello socio-culturale, con il 55% che si dice convinto che la spinta del progresso in Occidente si sia esaurita e adesso appartenga a Cina e India. Quattro italiani su dieci ritiene che le controversie tra le grandi potenze si risolvano ormai mediante i conflitti armati e Il 30% condivide la convinzione che le autocrazie siano "più adatte allo spirito dei tempi".
In un Paese dove l’indice della produzione industriale è stato negativo per trentadue mesi consecutivi, con l’eccezione di tre timidi rimbalzi, il 43,2% dei pensionati garantisce regolarmente aiuti economici a figli, nipoti o parenti. Il 61,8% ha versato (o ha intenzione di farlo in futuro) un contributo economico a figli o nipoti per sostenere spese importanti, come l’anticipo per l’acquisto della casa. Gli italiani, dice il rapporto, sono "inclini a guardare con favore i residenti stranieri quando sono impiegati in lavori faticosi e poco qualificati, o nei servizi familiari, quando accudiscono gli anziani e i bambini, ma non propensi a credere che possano godere dei medesimi diritti di cittadinanza degli italiani autoctoni". Il 63% pensa che i flussi in ingresso degli immigrati vadano limitati, il 59% è convinto che un quartiere si degrada quando sono presenti tanti immigrati, e in maggioranza percepisce gli stranieri come un pericolo per l’identità e la cultura nazionali.
Sullo sfondo di tutto la regressione demografica, con il progressivo invecchiamento della popolazione e i tassi di natalità in caduta libera, che mette in discussione il futuro con il ceto medio in particolare che teme di perdere quanto conquistato nel tempo.

