Francia: grande dibattito, piccoli numeri. Dopo il divieto del governo solo poche centinaia a scuola con l'Abaya

In Francia discussione aperta sul divieto di indossare a scuola l'Abaya, veste non religiosa  che copre tutto il corpo, "raccomandata" alle donnne dai fondamentalisti islamici. Il ministro dell'Istruzione Gabriel Attal ha dato conto di quanto avvenuto ieri al primo giorno di scuola, riferendo di 298 "trasgressori". Identificate, in 67 hanno rifiutato di rimuoverlo e "sono tornate a casa". Numeri molto piccoli, se si considerano i 12 milioni di studenti che lunedì sono tornati a scuola, che però tengono vivo un dibattito molto acceso. “Nei prossimi giorni torneranno, perché devono andare a scuola, e vedremo se hanno rispettato o meno la regola, altrimenti ci sarà un nuovo dialogo”, ha detto Gabriel Attal. Alle ragazze con l'Abaya è stata consegnata una lettera per le famiglie "per spiegare che la laicità non è una costrizione, è una libertà”, ha aggiunto ancora il ministro.

Contro il divieto, che riguarda anche l'uso del qamis, la versione maschile dell'abaya, l'associazione Action Droits des Musulmans (ADM) ha presentato un'istanza al Consiglio di stato. La richiesta di sospensione del provvedimento sarà esaminata questo pomeriggio. Ieri sera sulla questione è intervenuto anche Emmanuel Macron: "Viviamo nella nostra società con una minoranza che, appropriandosi di una religione, arriva a sfidare la Repubblica. La questione della laicità nella nostra scuola è una questione profonda".