Domenica di riflessioni per il sindaco di Milano Giuseppe Sala, chiamato domani a presentarsi davanti al Consiglio comunale, occasione per capire se il sindaco, tra gli indagati nella inchiesta sull'urbanistica nel capoluogo lombardo, deciderà di getare a spugna e dimettersi oppure andare avanti. Il Pd lombardo lo incoraggia a non mollare. In un'intervista, uno degli esponenti di spicco del locale Partito Democratico, Pierfrancesco Majorino, auspica scelte coraggiose, ma invita Sala a restare al suo posto: “Sono fiducioso, si andrà avanti insieme: alla città serve una buona dose di cambiamento e innovazione su emergenza abitativa e questione urbanistica”. Per restare Sala chiede garanzie sulla possibilità di continuare ad operare non da "anatra zoppa", ovvero poter portare avanti senza ripensamenti progetti già in cantiere a comnciare dal nuovo stadio. I progetti di Inter e Milan non sono stati ancora approvati, e nessuno è in grado di prevedere quando e se i lavori cominceranno, ma dagli atti dell’inchiesta che sta terremotando la politica milanese emerge la convinzione dei pm milanesi che intorno alla questione stadio ci sia una sorta di patto corruttivo che ha per protagonisti alcuni degli indagati, tra i quali l’assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, una delle figure chiave dell'inchiesta sulla quale pende una richiesta di arresto ai domiciliari da parte della Procura. In settimana per lui e per altri inizieranno gli interrogatori davanti al Gip.
Lascio o resto? I dubbi del sindaco di Milano Sala alla vigilia di un cruciale Consiglio comunale nel pieno dell'inchiesta sull'urbanistica che sta terremotando la politica milanese
