Tajani alla Camera: al momento 22 gli italiani fermati sulle barche della Flotilla. Da Copenaghen Meloni infiamma lo scontro politico attaccando opposizioni e sindacato per lo sciopero generale di domani

"Al momento sarebbero 22 gli italiani fermati" dalle forze israeliane che hanno intercettato la Flotilla per Gaza e "sono tutti in buone condizioni". Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nelle sue comunicazioni questa mattina alla Camera dei Deputati. "Il Consolato a Tel Aviv e il Consolato Generale a Gerusalemme- ha aggiunto -  assisteranno tutti gli italiani, sia al porto sia nelle procedure di rimpatrio". Secondo Tajani, “già da venerdì potrebbero avvenire le prime partenze" per il rimpatrio degli italiani a bordo della Flotilla , "soprattutto per chi accetterà di lasciare volontariamente Israele. Per chi rifiuterà l'espulsione immediata, sarà necessario attendere il provvedimento di respingimento dell'Autorità giudiziaria israeliana, che potrebbe richiedere 48-72 ore".

Il ministro ha parlato anche del piano Trump per Gaza ribadendo il sostegno del governo italiano  e affermando che "l'Italia è pronta a fare la sua parte". Per Gaza, ha aggiunto "si profila un futuro governato da rappresentanti arabi, un graduale ma rapido ritiro delle forze di Israele, un ambizioso piano di ricostruzione con capitali sauditi, americani e non solo. Tutto ora dipende da Hamas, dalla risposta che darà. La salvezza o la tragedia per la popolazione di Gaza dipendono dalle loro scelte".

Ha poi preso via il dibattito che si concluderà con le votazioni sulle mozioni. La maggioranza ne presenterà due distinte: una di poche righe a sostegno del piano Trump ed una per il riconoscimento condizionato della Palestina. Sulla prima il Pd, M5s e Avs, dovrebbero astenersi ( o uscire dall'aula),mentre sulla seconda si annuncia voto contrario delle opposizioni.  Pd-M5S-Avs presenteranno una loro risoluzione che chiede il cessate il fuoco immediato a Gaza e il riconoscimento dello Stato di Palestina, accompagnati da sanzioni a Israele ed embargo totale delle armi.

Ad infiammare il confronto politico ci pensa da Copenaghen Giorgia Meloni, che in una dichiarazione attacca opposizioni e sindacato in vista dello sciopero generaale proclamato per domani: "Mi sarei aspettata che i sindacati almeno su una questione che reputavano così importante" come Gaza "non avessero indetto uno sciopero generale di venerdì. Il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme".