L'inviato di Trump a Mosca: cercherà di convincere Putin a porre fine al conflitto. La Bce contraria a fornire garanzie per un prestito all'Ucraina

Witkoff oggi a Mosca. Nel pomeriggio l'inviato speciale di Trump ncontrerà il presidente russo Vladimir Putin alla ricerca di un accordo che ponga fine alla guerra in Ucraina. Ieri Washington si è detta “molto ottimista” nonostante l'intransigenza del leader russo, che ancora ieri ha esortato i vertici militari al massimo dello sforzo per sostenere le truppe al fronte per quello che ha lasciato intendere sarà un altro inverno di guerra.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sotto forte pressione politica e diplomatica, dopo la sua visita in Francia cerca di consolidare il sostegno europeoe preme per incontrare Trump per convincerlo a non sacrificare l'Ucraina. Nella notte il presidente dell'Ucraina e la consorte Olena sono arrivati a Dublino e sono stati accolti dal primo ministro irlandese Michail Martin.. Attraverso i social Martin ha fatto sapere di aver espresso il suo "incrollabile sostegno" al popolo ucraino "che sta difendendo la propria libertà e democrazia". In Irlanda Zelensky incontra anche il segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell'Ucraina Rustem Umerov, capo della delegazione che ha negoziato con gli  amerivcani a Miami  dal quale riceverà un rapporto dettagliato sui negoziati in Florida.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, la Banca centrale europea (Bce) avrebbe intanto rifiutato di fornire una garanzia per un prestito di 140 miliardi di euro destinato all'Ucraina e basato sugli asset russi immobilizzati. Per Francoforte, riferisce il quotidiano britannico, la proposta avanzata dalla Commissione europea violerebbe il mandato della Bce. Il giornale parla di un'analisi interna della Bce, secondo cui l'iniziativa della Commissione sarebbe equiparabile a un finanziamento diretto ai governi. In tale scenario la banca centrale finirebbe per coprire le obbligazioni finanziarie degli Stati membri dell'Ue, una pratica vietata dai trattati europei.