Prima, appena investito dalle polemiche per i suoi imbarazzanti trascorsi fascisti e antisemiti, si era autospeso. Ora per Paolo Signorelli, il portavoce del ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, è arrivato il momento di una più decisa scelta: “Ho deciso di dimettermi da portavoce del ministro Lollobrigida. L’ho fatto per me e per la mia famiglia, per non danneggiare il governo".
A travolgerlo le chat rivelate dal quotidiano Repubblica, nelle quali Signorelli si confrontava con Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, capo ultrà della Lazio, estremista di destra e trafficante di droga ucciso nel 2019. In quelle chat il 38enne giornalista, vicinisssimo ad Arianna Meloni, nipote dell'ideologo della destra eversiva che portava il suo stesso nome, aveva pronunciato frasi antisemite, elogiato i terroristi e gioito per l’assoluzione di Elvis Demce, albanese esponente di spicco dei clan della criminalità romana. L'ormai ex portavoce di Lollobrigida aveva in passato anche incassato una condanna in primo grado per lesioni a un anno e mezzo di reclusione. Insieme ad un altro ultrà laziale aveva aggredito un tifoso greco giunto a Roma per assistere alla partita della sua squadra, l'Olympiacos contro la Lazio. Il processo fu prescritto il 17 aprile scorso in appello. La vicenda aveva creato grande imbarazzo negli ambienti di Fratelli d'Italia alla vigilia delle elezioni. a campagna elettorale conclusa è arrivato, seppur tardivo, l'inevitabile passo indietro.