Legittima nel suo complesso: la Consulta respinge le censure statali sulla legge della Toscana sul fine vita

La legge toscana sul fine vita nel suo complesso è legittima, anche se alcune sue disposizioni hanno invaso sfere di competenza della legislazione statale. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale che ha affermato che nel suo complesso la legge regionale è riconducibile all'esercizio della potestà legislativa concorrente in materia di tutela della salute e persegua la finalità di "dettare norme a carattere meramente organizzativo e procedurale, al fine di disciplinare in modo uniforme l'assistenza da parte del servizio sanitario regionale alle persone che chiedano di essere aiutate a morire". La sentenza numero 204 depositata oggi dalla Corte Costituzionale, nel respingere le censure statali sull’intera legge regionale della Toscana - la prima in Italia a dotarsi di una norma in tema di fine vita - ha però anche dichiarato l’illegittimità costituzionale di diverse sue disposizioni, fissando alcuni paletti.
"Ora c'è un diritto delle Regioni a legiferare sul suicidio medicalmente assistito", la prima soddisfatta reazione del presidente della regione Toscana, Eugenio Giani. " La Toscana - ha aggiunto - è stata la prima" mentre "il Governo chiedeva di abrogare la nostra legge". Quello del fine vita, ha aggiunto ancora Giani, è un tema "su cui si è registrata l'assoluta assenza dello Stato", nonostante le sollecitazioni della stessa Consulta ad intervenire con una sentenza del 2019.