Armi all'Ucraina, è scontro tra ministri. Per dire no, Salvini prende a pretesto i casi di corruzione a Kyiv. Crosetto: avanti con gli aiuti militari

Ad accendere le polveri dello scontro all'interno del governo sulla questione degli aiuti militari all'Ucraina è stato Matteo Salvini. Fedele alle sue posizioni "non troppo ostili" verso la Russia e contrario al sostegno militare a Kyiv, il vicepremier, ha colto l’occasione del caso di corruzione che ha coinvolto due ministri del governo ucraino di cui Zelensky ha chiesto la testa, per rilanciare la sua posizione: "non vorrei - ha detto al termine di un sopralluogo nel porto di Napoli - che i soldi dei lavoratori e dei pensionati italiani si andasse ad alimentare ulteriore corruzione".

A stretto giro la replica del ministro della difesa Guido Crosetto, che da Berlino dove ha partecipato alla Riunione del Gruppo dei Cinque alla quale partecipano Germania, Francia, Italia, Polonia e Gran Bretagna, ha detto:"Io non giudico un paese per due corrotti esattamente come gli americani e gli inglesi sbarcati in Sicilia non hanno giudicato l’Italia per la presenza della mafia. Ci auguriamo che i delinquenti ucraini siano messi in galera, insieme ai russi possibilmente, tanto più che gli attacchi russi si rivolgono nel 93% dei casi contro obiettivi civili. Non c’è nulla di militare. Si tratta di una guerra della Russia contro i cittadini ucraini. E l’Europa lo ha capito dal primo momento. Per questo siamo al fianco dell’I’Ucraina".

Avanti dunque con gli aiuti militari a Kyiv,  con anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani che questa mattina ha annunciato che "è già pronto un nuovo pacchetto" che verrà firmato nelle prossime ore. «Nei giorni scorsi Tajani ha annunciato che oltre al 12esimo pacchetto di aiuti militari, saranno inviati nuovi generatori per riabilitare le centrali elettriche colpite ed aiutare la popolazione a superare l’inverno. Il tema delle armi all’Ucraina sarà con ogni probabilità uno dei temi sul tavolo del prossimo Consiglio di Difesa convocato dal presidente della Repubblica per dopodomani, che ha come ordine del giorno l’esame dell’evoluzione dei conflitti in corso e delle iniziative di pace, con particolare riferimento all’Ucraina ed al Medio Oriente.