"L'Italia non intende inviare soldati in Ucraina". E' stata netta la presidente del consiglio Giorgia Meloni nelle sue comunicazioni al Parlameto in vista del Consiglio Ue, nel ribadire l'indisponibilità del suo governo a mettere a disposizione militari italiani per una eventuale forza multinazionale che dovesse essere chiamata a garantire la pace nel caso di un accordo per la fine del conflitto tra Russia e Ucraina. Meloni ha detto anche che "L'Italia resta impegnata a sostenere l'Ucraina e anche a mantenere una pressione economica sulla Russia" . Il Consiglio Ue, ha aggiunto "è chiamato ad assicurare la continuità del sostegno finanziario" all'Ucraina con la "soluzione più sostenibile per i Paesi membri nel breve e lungo periodo". Ma se si parla di utilizzo degli asset russi congelati in Europa, ipotesi alla quale il governo italiano guarda con diffidenza, Meloni esibisce grande prudenza: "Trovare una soluzione sostenibile sarà tutt'altro che semplice".
Nel dibattito seguito alle comunicazioni fatte a Montecitorio, sostegno al governo dai partiti di maggioranza, con il leghista Alessandro Giglio Vigna intervenuto in aula, che si è detto contento perchè " il governo sostiene la linea della Lega sul no all'invio di uomini in Ucraina. L'Europa - ha aggiunto - segua gli Stati Uniti".
Di tutt'altro tono, sul fronte dell'opposizione, la posizione del Pd espressa in aula da Piero De Luca: "Se vuole la pace rafforzi l'Ue! In questo quadro non ci possono essere ambiguità nel sostegno all'Ucraina. Abbandonare il riferimento al pieno sostegno anche militare all'Ucraina è un errore storico clamoroso. È inaccettabile che le posizioni filoputiniane della Lega stiano facendo breccia. Presidente, non la imbarazza neanche un pò il plauso della Zakharova al vicepremier Salvini? Come fate a governare insieme?"
Il testo delle comunicazioni di questa mattina alla Camera è stato consegnato al Senato, dove la discussione è prevista nel pomeriggio, verso le 16.30.
