La Rai all'attacco di Report: Sigfrido Ranucci bersaglio di un provvedimento disciplinare. Le reazioni: è un atto intimidatorio

La Rai ha notificato un provvedimento disciplinare al conduttore di Report, Sigfrido Ranucci. Lo ha annunciato lo stesso Ranucci via social, pubblicando una foto della lettera ricevuta. "Dopo 27 anni di Rai - scrive Ranucci - ho vinto un procedimento disciplinare". Scrive ancora il giornalista: "Ieri sono stato convocato dal mio direttore Paolo Corsini, pensavo che mi rassicurasse sul fatto che le puntate di Report non verranno tagliate e che i compensi della mia squadra fossero salvi. Invece no, era semplicemente un provvedimento disciplinare a firma dell'Amministratore delegato Giampaolo Rossi, e del direttore delle risorse umane, Felice Ventura". La sanzione sarebbe dovuta, secondo l'emittente, a una serie di partecipazioni non autorizzate a programmi televisivi sul canale di LA7 e a un'intervista rilasciata al quotidiano La nuova Sardegna. Il conduttore ha affermato di accettare "con orgoglio" il provvedimento se le motivazioni sono legate all'aver "promosso e difeso la squadra e un marchio storico della Rai come Report, tutelato la libertà di stampa". Ranucci sottolinea anche il nesso temporale tra la lettera e gli attacchi del centrodestra,  dopo le interrogazioni di Forza Italia sull’inchiesta sul generale Mori e la commissione Antimafia, e la denuncia del sottosegretario Fazzolari per la puntata su Mediobanca.

Numerosi i messaggi di solidarietà giunti a Ranucci. Si muovono anche le opposizioni, con Pd e Movimento 5 stelle che hanno definito una "forma di intimidazione" la lettera dei dirigenti Rai.

Per Vittorio Di Trapani, presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, "Il Contratto di Servizio impegna la Rai a "valorizzare la sua tradizione del giornalismo di inchiesta". E il vertice di Viale Mazzini cosa fa? Riduce le puntate. Impone un cambio dei redattori. E ora ammonisce anche Sigfrido Ranucci per aver presentato il suo libro e aver difeso su una tv concorrente il lavoro della sua redazione. Cioè ha fatto quello che avrebbe dovuto fare la Rai quando ministri parlavano di giornalisti "nemici", quando il Presidente del Senato definiva Report "calunniatori seriali", quando un intero partito - quello della Presidente del Consiglio - denunciava la trasmissione curata da Ranucci. Ora quei silenzi parlano chiaro. Anzi, urlano tutto il fastidio per il giornalismo di inchiesta".

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