Dombass: le autoproclamate repubbliche pronte al Referendum per l'annessione alla Russia

Referendum nelle regioni ucraine occupate e pene severe per la renitenza alla leva. La Russia reagisce così alle sconfitte militari subite nelle ultime settimane con una serie di iniziative che segnano un passaggio importante nel conflitto. Da una parte la decisione delle autoproclamate Repubbliche di Lugansk e Donetsk, nell'est dell'Ucraina,e a Kherson per un referendum per l'annessione alla Russia da tenersi dal 23 al 27 settembre; dall'altro il voto della Duma, la camera bassa del Parlamento russo, che ha ha approvato una serie di emendamenti al codice penale che prevedono il rafforzamento delle pene in caso di "mobilitazione", "legge marziale", "tempo di guerra" e "conflitto armato". Per la renitenza alla leva è prevista una pena fino a dieci anni di reclusione. Gli emendamenti andranno in votazione domani al Consiglio della Federazione, il Senato russo prima di essere promulgati dal presidente Putin.

"Fin dall’inizio dell’operazione militare speciale e nel periodo che l’ha preceduta, dicevamo che dovrebbe spettare ai popoli decidere il loro destino. E tutta la situazione attuale conferma che vogliono essere padroni del proprio destino”: così il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, ha commentato l’annuncio da parte delle autorità filorusse delle regioni ucraine occupate. "I referendum nel Donbass sono di grande importanza", dice il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, uno dei "falchi" di Mosca, secondo il quale "l'invasione del territorio della Russia è un crimine che consente l'uso di tutte le forze di autodifesa". Minacce che non sembrano preoccupare Kyiv che attraverso il capo dell'Ufficio del presidente ucraino Zelensky, Andriy Yermak, parla di "Ricatto ingenuo con minacce di chi sa combattere solo contro bambini e persone pacifiche. Ecco come appare la paura della sconfitta. La minaccia può essere eliminata solo con la forza".

Ma più che la reazione dell'Ucraina, colpisce la reazione della borsa di Mosca i cui indici dopo l'annuncio dei referendum sono crollati di oltre il 10%. La parziale ripresa avutasi dopo alcune ore ha solo attenuato le perdite.

Nonostante tutto c'è chi mostra ottimismo verso uno uno sbocco negoziale del conflitto. Il presidente turco Erdoğan, in un'intervista ad una tv americana ha detto di avere ricevuto durante il suo incontro in Uzbekistan con Putin, la dimostrazione della volontà del presidente russo di volere "porre fine a questa situazione il prima possibile. Questa - aggiunto - è stata la mia impressione".