Tomas Bach (CIO), sul caso Carini-Khelif: è stato un match tra donne, non c'è mai stato alcun dubbio. Basta odio

"Abbiamo due pugili che sono nate donne, che sono cresciute come donne, che hanno passaporti femminili e che hanno gareggiato come donne per anni. Non c'è mai stato il minimo dubbio al riguardo". E' stato perentorio Thomas Bach, presidente del Cio, il Comitato olimpico internazionale nel ribadire in un punto stampa a Parigi 2024, la posizione già espressa subito dopo l'incontro con la premier Giorgia Meloni sul caso Carini-Khelif. "Ciò che stiamo vedendo ora - ha detto - è che alcuni vogliono appropriarsi della definizione di donna. Invito queste persone a fornirci una definizione scientifica di cosa significhi essere donna" .Bach vuole mettere fine alle polemiche sollevate dalla partecipazione ai Giochi di Parigi delle due pugili, l'algerina Imane Khelif e la taiwanese Lin Yu-ting, affermando di non volere contribuire a dibattiti politici e di volere contrastare l'incitamento all'odio sui social.

A rinfocolare le polemiche ci pensa però l’Iba, organizzazione del pugilato dilettantistico, esclusa dal Cio nell’organizzazione dei giochi, che attraverso il suo presidente, il discusso russo Umar Kremlev, ha annunciato di voler assegnare un premio alla pugile italiana Angela Carini: "Non riuscivo a guardare le sue lacrime - ha detto Kremlev- . Non sono indifferente a queste situazioni e posso assicurare che proteggeremo ogni combattente. Non capisco perché uccidano la boxe femminile".

Imane Khelif ha inoltre subito un pesantissimo attacco anche dalla sua prossima avversaria sul ring olimpico e, ironia della sorte, l'Italia si trova ancora una volta allineata con l'Ungheria. La pugile ungherese Luca Hamori ha pubblicato un video sul suo profilo TikTok e ha detto: "Devo combattere contro un uomo. È stato dimostrato che Imane Khelif è un uomo".