Aiuti ancora bloccati nella striscia di Gaza. L'Onu denuncia la difficoltà a distribuire i pochi aiuti giunti con i camion ai quali Israele ha consentito l'accesso. Il portavoce dell'Onu, Stephane Dujarric, ha spiegato che la strada per cui il cui passaggio Israele aveva dato via libera era troppo pericolosa. Mesi di blocco nella distribuzione di aiuti sanitari stanno per fare cadere la popolazione palestinese nella carestia di massa. I più a rischio i bambini. Tanti i minori che muoiono ogni giorno sotto le bombe israeliane. L'Idf è impegnata nell'offensiva " I carri di Gedeone", che come ribadito oggi da Netanyahu dovra portare l'esercito israeliano al totale controllo della Striscia. Intanto distruzioni e morti. 82 le persone uccise oggi in tutta Gaza, secondo quanto reso noto da fonti mediche ad Al Jazeera.
Nel corso di un punto stampa a Gerusalemme, Benyamin Netanyahu ha dichiarato di essere pronto a concludere la guerra "alle condizioni chiare che garantiranno la sicurezza di Israele". Ecco le condizioni poste dal premier israeliano: "Tutti gli ostaggi tornano a casa, Hamas depone le armi, la sua leadership viene esiliata dalla Striscia, Gaza viene completamente smilitarizzata e attuiamo il piano Trump". A proposito di trump, Neatnyahu ha negato che ci sia una frattura tra lui e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump: "Qualche giorno fa ho parlato al telefono con il presidente Trump, che mi ha detto: 'Bibi, voglio che tu sappia che ho un impegno totale nei tuoi confronti e un impegno totale nei confronti dello Stato di Israele'".
Le sfida di Netanyahu è anche interna ad Israele: "Il governo di Israele, sotto la mia guida, nominerà il capo dello Shin Bet". Affermazioni giunte dopo che il procuratore generale di Israele ha vietato al primo ministro di farlo, in seguito alla sentenza della Corte suprema che ha definito "illegale" il licenziamento dell'ex capo dei servizi Ronen Bar.
Dall'Europa e dal mondo arabo, altre critiche sono piovute oggi sul governo israeliano per un grave episodio avvenuto a Jenin, nella Cisgiordania occupata, dove l'esercito di Israele ha messo a rischio la sicurezza di una delegazione di 25 dipomatici europei e di altri paesi e tra loro anche un italiano, con spari intimidatori sopra le teste della delegazione e dei giornalisti al loro seguito. Qualsiasi minaccia alla vita dei diplomatici è "inaccettabile" ha immediatamente dichiarato Kaja Kallas, capo della diplomazia europea, che ha chiesto a Israele spiegazioni e indagini sugli spari dell'esercito israeliano a Jenin. Altri paesi hanno chiesto l'accertamento delle responsabilità e convocato gli ambasciatori di Israele nei loro paesi. Lo ha fatto anche il ministro degli Esteri Tajani.