Trump-Putin il giorno dopo. Zelensky e alleati europei cauti: al di là delle parole manca una road map per il cessate il fuoco e i negoziati

Trump: E' andata bene, ma senza progressi mi sfilo. Putin: colloquio costruttivo, ma prima del cessate il fuoco, necessario rimuovere cause del conflitto. Il giorno dopo il lungo colloquio telefonico tra il presidente Usa Donald Trump ed il capo del Cremlino Vladimir Putin, le cancellerie internazionali e gli analisti si interrogano sul peso che il colloquio di ieri potrà avere nell'avvio di un negoziato di pace, capace di mettere fine in tempi celeri alla guerra che va avanti ormai da più di tre anni. I più non si fanno troppe illusioni. Zelensky e gli ucraini, che hanno da tempo imparato a loro spese ad interpretare Putin, si mostrano cauti. Il presidente russo ad oggi, in fondo non ha fatto altro che dire di essere pronto a lavorare con l’Ucraina per produrre un documento condiviso su cui impostare le future trattative. Non è certo quello che si aspettavano di sentire dire gli americani che premevano, premono per un cessate il fuoco immediato di almeno 30 giorni. Trump, che prima e dopo aver sentito Putin ha avuto colloqui con Zelensky, ha poi sentito i leader europei, aprendo tra le altre cose alla possibilità che un eventuale negoziato si possa svolgere in Vaticano.  Ma in quelle parole, nelle quali ribadisce l'intenzione di sfilarsi qualora le parti non facciano passi avanti nel negoziato, conferma ciò di cui Trump non ha mai fato mistero, ovvero di considerare la guerra Russia - Ucraina  una vicenda soprattutto europea.