Gaza: secondo round di negoziati oggi in Egitto. Primo obiettivo, tregua e consegna degli ostaggi. Trump: Hamas ha accettato cose importanti

Secondo round di colloqui oggi a Sharm El-Sheikh, in Egitto per definire alcuni punti del piano Trump a cominciare dal il cessate il fuoco e dal rilascio degli ostaggi israeliani, vivi e morti. Le dichiarazioni dopo i negoziati di ieri vanno tutte nell'indicare un andamento positivo. Lo confermano, ancora questa mattina fonti vicine ai negoziatori di Hamas. Di colloqui positivi parla la stampa egiziana ed ha parlato lo stesso Trump, che preme affinchè si faccia presto. I colloqui indiretti tra Israele e Hamas sono gestiti dai mediatori egiziani e qatarini. Israele per ora è presente in Egitto con un team di medio livello, composto, tra gli altri dal vicedirettore del Mossad, e dal vice dello Shin Bet. Dal tavolo mancano per ora i protagonisti principali del negoziato, ovvero l'inviato speciale Usa Steve Witkoff, il consigliere e genero di Trump Jared Kushner, così come Ron Dermer, che guida la squadra israeliana e il capo del Mossad David Barnea. I quattro, secondo indiscrezioni, si metteranno in viaggio quando le "questioni tecniche", avranno trovato una soluzione. Per la parte di Hamas non è chiaro se il capo negoziatore Khalil al-Hayya, che lunedì mattina era al Cairo, abbia già raggiunto la località turistica egiziana dove si tiene l'incontro. Per ora l'attenzione è tutta concentrata sul rilascio degli ostaggi legato alla liberazione di 1700 prigionieri palestinesi. Uno dei nodi è rappresentato dalla richiesta di Hamas di rilasciare alcuni detenuti anziani, molto popolari tra la popolazione palestinese, a cominciare da Marwan Barghouti , esponente di Fatah , ritenuto l'unico in grado di riunire le fazioni palestinesi. Ma Netanyahu non sembra per nulla intenzionato ad aderire a questa richiesta, preoccupato della reazione dell'ultradestra  al governo pregiudizialmente ostile al piano Trump. Legata a questi aspetti c'è poi la questione del cessate il fuoco e delle garanzie sulla sua tenuta. Solo successivamente si parlerà di disarmo di Hamas e di esilio per i miliziani di Gaza.