Un tempo, non troppo lontano, nella lista nera dei terroristi redatta dagli Stati Uniti, oggi ospite d'onore alla Casa Bianca. Aḥmad Ḥusayn al-Sharaʿ, noto anche con lo pseudonimo di Abū Muḥammad al-Jawlānī, autoproclamato presidente della Siria, da meno di un anno al potere, dopo avere guidato un’insurrezione armata che ha rovesciato il regime di Bashar al Assad, ha incontrato a Washington il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. E' la prima volta che un presidente siriano viene accolto alla Casa Bianca, ed è toccato ad un ex leader di un gruppo jihadista sulla cui testa fino a un anno fa pendeva una taglia da dieci milioni di dollari offerta proprio dagli Stati Uniti. Mai i tempi sono cambiati e nella nuova veste al-Sharaʿ viene visto a Washington come una figura utile a normalizzare quella delicata area del mondo e come un potenziale prezioso alleato nella grande coalizione internazionale a guida statunitense impegnata a sconfiggere definitivamente l'ISIS. Alla vigilia dell'appuntamento di oggi, svoltosi comunque lontano dalle telecamere, Trump non ha mancato di rivolgere parole al miele all'ex nemico: "Penso che stia facendo davvero un buon lavoro. Si trova in una zona difficile, e lui è un tipo duro, ma andiamo molto d’accordo".
Tra gli obiettivi principali della missione di al-Sharaʿ, arrivato negli Stati Uniti nel fine settimana, c’è l’eliminazione completa delle sanzioni attualmente in vigore contro la Siria, che mantengono il paese isolato economicamente e ne rendono la ripresa più difficile. Durante il loro primo incontro, a maggio in Arabia Saudita, Trump aveva promesso che avrebbe eliminato tutte le sanzioni in vigore.
