I cambiamenti adottati da Donald Trump sulla strategia per la sicurezza nazionale e le dure critiche all'Europa, sono giudicate "coerenti" con la visione di Mosca dal portavoce di Putin, Dmitrij Peskov. Citato dalla Tass, Peskov ha inoltre osservato: "Forse possiamo sperare che questa possa essere una modesta garanzia che saremo in grado di continuare in modo costruttivo il lavoro congiunto per trovare una soluzione pacifica in Ucraina". Una conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno che gli interessi di Washington e Mosca in questa fase sembrano in larga parte convergere, soprattutto nel ritenere l'Unione europeo un ostacolo da rimuovere o quanto meno da rendere sempre più marginale nella costruzione di nuovi equilibri mondiali. Nel documento dell'amministrazione Usa, la Russia non viene mezionata come una minaccia per gli Stati Uniti e questo è l'ennesimo cattivo segnale per l'Ucraina che nel mezzo di negoziati che non sembrano fare significativi passi in avanti, deve fare i conti con i missili e i droni russi che continuano a martellare i suoi territori colpendo soprattutto le infrastrutture energetiche per rendere sempre più difficile l'eensimo inverno di guerra e piegare la resistenza degli ucraini. L'Europa, il bersaglio grosso degli attacchi, politici e militari, prova a rilazare la testa di fronte alla nuova dottrina americana, ricordando con Kaja Kallas, l'Alto rappresentante per la politica estera di Bruxelles e con il leader polacco Tusk che gli Stati Uniti sono il principale alleato e che pertanto dovremo fare ogni sforzo per restare uniti. Tacciono, per il momento i principali protagonisti della scena europea, Macron e Merz e seppur fuori dalla Ue, il Regno Unito di Starmer , impegnato nella coalizione dei volenterosi nel sostegno all'Ucraina.
A tornare a farsi vivo contro l'Europa e le sue Istituzioni un vecchio nemico dell'Ue come Elon Musk. Dopo la multa da 120 milioni di Euro inflitta al suo social X per violazione delle regole europee, ha lanciato un duro attacco alle istituzioni di Bruxelles invocando la fine dell'Unione europea: "va abolita". A stretto giro la risposta di Bruxelles: sulle nostre regole decidiamo noi.
