Passi in avanti nei negoziati, ma “restano questioni spinose”. Al termine di una giornata di colloqui a Mar-a-Lago in videoconferenza e sul filo del telefono è questa la sintesi che Trump e Zelensky hanno offerto ai giornalisti nel punto stampa che ha concluso una intensa giornata di lavoro intorno al piano in 20 punti teso a porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina. I temi "spinosi" non sono cose da poco: il destino del Donbass, la gestione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la tregua. A gennaio prevista una nuova visita a Washington di Zelensky per un vertice con Trump che vedrà presenti anche i leader europei, sentiti anche oggi nel pieno dei colloqui nel club di Palm Beach (Florida) di proprietà del presidente Usa. Tra i leader intervenuti a distanza anche Giorgia Meloni, che ha parlato anche lei di “passi avanti nei negoziati”. Prima dell’incontro, su iniziativa americana, Trump ha sentito Putin. con un altro contatto annunciato per fare il punto della situazione dopo i colloqui di oggi. Il Cremlino da parte sua riferisce che Usa e Russia concordano su un no alla tregua ed invita Kiev a “prendere una decisione coraggiosa sul Donbass”, che in sintesi vuol dire di accettare di cedeere l'intera regione contesa. La questione territoriale resta "difficile", ha ammesso Zelensky che rivolgendosi ai giornalisti e al mondo intero ha aggiunto: "Conoscete la nostra posizione: dobbiamo rispettare la nostra legge e il nostro popolo. Rispettiamo il territorio che controlliamo". Per il leader ucraino ogni decisione sul territorio dovrà essere presa dal popolo ucraino: "Possiamo tenere un referendum su qualsiasi aspetto di questo piano. È la nostra società che deve scegliere, perché è la loro terra, la terra della nostra nazione da molte generazioni".
