Ilaria Salis, confermata l'immunità parlamentare. La reazione dell'eurodeputata: "segnale importante e positivo". L'ultima parola il 7 ottobre alla plenaria dell'Eurocamera

La commissione Affari giuridici del Parlamento europeo ha votato contro la revoca dell’immunità a Ilaria Salis. Si tratta del primo giudizio per l’eurodeputata di Avs: l'ultima parola spetta al Parlamento europeo che il 7 ottobre dovrà esprimersi in seduta plenaria. Di stretta misura il voto contrario di oggi alla revoca dell'immunità: 13 contro 12 favorevoli. Si è votato a scrutinio segreto, ma secondo alcune fonti decisivo per l'esito finale è stato il voto di due eurodeputati del Partito Popolare Europeo.

"Oggi la Commissione JURI ha deciso di difendere la mia immunità e l’indipendenza del Parlamento, e di respingere la richiesta di revoca avanzata dal regime ungherese. È un segnale importante e positivo", ha commentato su X Ilaria Salis, che ha poi aggiunto: "Ho piena fiducia che il Parlamento confermerà questa scelta nella plenaria". 

Ilaria Salis era stata arrestata l’11 febbraio del 2023 a margine di una manifestazione antifascista, accusata di avere partecipato al pestaggio di un neo-nazista. Salis trascorse 15 mesi di detenzione preventiva in un carcere in condizioni di prigionia degradanti. Nel giugno del 2024, Avs decide di candidarla alle elezioni europee. Venne eletta all'Europarlamento con 176mila preferenze e ciò le consentì di uscire dal carcere. Il  10 ottobre dello stesso anno, il giorno dopo un duro intervento in aula dell’eurodeputata contro il governo Orban, le autorità ungheresi inoltraroro all'Eurocamera la richiesta di revoca della sua immunità.

La Commissione Affari Giuridici ha anche bloccato l'ultimo tentativo dell'Ungheria di privare l'eurodeputato e capolista dell'opposizione, Péter Magyar, della sua immunità parlamentare. Magyar, un tempo fedele alleato di Orbán, è diventato una spina nel fianco del partito del leader ungherese dopo aver fatto trapelare un audio esplosivo che coinvolgeva alti funzionari in un caso di corruzione. Il suo partito emergente di centro-destra, Tisza, si è da allora affermato come principale sfidante del partito populista Fidesz di Orbán. Respinta anche un’altra richiesta del governo di Budapest, ovvero di revocare l'immunità parlamentare a Klára Dobrev, leader della Coalizione Democratica di sinistra e membro del gruppo socialista del Parlamento.

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