Il governo non c'è: nel nuovo processo sulla strage di piazza della Loggia Brescia l'esecutivo non si costituisce parte civile

Nel nuovo processo sulla strage di piazza della Loggia a Brescia, spicca un'assenza: quella del governo. La presidenza del Consiglio dei Ministri non si è infatti costituita parte civile. È quanto è emerso dalle prime battute dell'udienza preliminare a carico di Roberto Zorzi, indagato non presente oggi in aula ( risiede negli Stati Uniti)."Non so se la presidenza del Consiglio sia stata avvertita in merito a questa udienza o se sia stata una scelta di non costituirsi parte civile. Mi auguro che nel giro di pochi giorni venga chiarita questa situazione", ha detto Manlio Milani, presidente dell'Associazione familiari vittime della strage.

Oltre alle famiglie delle vittime, si sono costituiti parti civili il Comune di Brescia e le sigle sindacali che avevano indetto la manifestazione il 28 maggio del 1974 durante la quale esplose una bomba in un cestino di rifiuti che provocò 8 morti e 102 feriti. Un attentato di stampo fascista che ha rappresentato uno dei momenti più cruentio e drammatici della stagione della "strategia della tensione".

Quarantanove anni dopo la strage, si torna in aula per cercare nuovi pezzi di verità sulla strage: l'indagine quater ha visto emergere come possibili esecutori dell'attentato le figure dei neofascisti veronesi Marco Toffaloni e Roberto Zorzi. Oggi i magistrati potrebbero discutere del rinvio a giudizio solo di Zorzi, mentre nei prossimi giorni toccherà a Toffaloni, che sta in Svizzera, il cui ruolo è di competenza del Tribunale dei Minori poichè all'epoca aveva 17 anni.