Putin: pronti a negoziare, ma l'annessione delle quattro regioni ucraine occupate non è più in discussione

Incurante delle proteste della comunità internazionale, Vladimir Putin ha annunciato solennemente l'annessione delle quattro regioni ucraine occupate dal suo esercito. Aprendo la cerimonia di firma dei trattati di annessione a Mosca delle quattro regioni, Putin è stato perentorio e minaccioso: "Voglio che mi sentano a Kiev, che mi sentano in Occidente: le persone che vivono nel Lugansk, nel Donetsk, a Kherson e Zaporizhzhia diventano nostri cittadini per sempre". Ed ancora: "Difenderemo la nostra terra con tutti i mezzi a nostra disposizione". Putin ha poi detto che la Russia è pronta a negoziarre ma a condizione che l'Ucraina "cessi il fuoco cominciato nel 2014".

A salutrare i referendum farsa e gli accordi firmati oggi con una cerimonia in pompa magna nella Sala di San Giorgio al Cremlino con i leader filo-russi delle quattro entità annesse, anche una festa popolare sulla Piazza Rossa. Ucraina, Europa, Stati Uniti e gran parte della comunità internazionale non riconoscono l'annessione preceduta nei giorni scorsi dal richiamo dei riservisti per rimpinguare l'esercito russo stremato da mesi di combattimenti. Ma tanti russi chiamati alla mobilitazione hanno scelto di fuggire. In tanti lo hanno già fatto in direzione della Finlandia e dei paesi baltici. Il grande flusso ha spinto questi ultimi, la Polonia e prossimamente la Finlandia e la Norvegia  a chiudere i confini.  Ma l'esodo continua attraverso le frontiere meridionali, specie con la Georgia e il Kazakhstan, e, più a est, con la Mongolia.