L'accordo sulla tregua a Gaza e sugli ostaggi , annunciato dai negoziatori, dal presidente Biden e ancor prima da Donald Trump, prossimo ormai all'insediamento, c'è e alimenta speranze in tutta la regione. Scatterà domenica, eppure sono in molti ancora in apprensione, preoccupati che qualcosa si possa inceppare. A temere sorprese negative sono le famiglie degli ostaggi del 7 ottobre, quelle del Forum Haim, preoccupate dalle mosse del premier Netanyahu. Facendo riferimento all'annuncio dell'ufficio del primo ministro secondo cui "Hamas ritratta le sue intese", hanno affermato che "né Hamas né Ben Gvir, ma Benyamin Netanyahu, sarà responsabile di qualsiasi ulteriore ostacolo al ritorno degli ostaggi". Secondo le famiglie, "l'accordo deve essere avviato immediatamente in tutte le sue fasi".
L'ufficio di Netanyahu ha diffuso una nota in cui afferma che "Hamas ha rinnegato parti dell'accordo raggiunto con i mediatori e Israele nel tentativo di estorcere concessioni dell'ultimo minuto. Il gabinetto israeliano non si riunirà finché i mediatori non comunicheranno a Israele che Hamas ha accettato tutti gli elementi dell'accordo".
Secondo l'annuncio diffuso nella notte dalla presidenza del Consiglio, "Hamas esige l'identità dei terroristi che saranno rilasciati, contrariamente alla clausola che dà a Israele il diritto di veto sulla liberazione degli assassini di massa che sono simboli del terrorismo".
Hamas, attraverso un membro dell'ufficio politico, da parte sua replica: "Hamas è impegnata a rispettare l'accordo".