L'incontro odierno ha consentito "un lavoro comune sul piano americano al fine di completarlo con i contributi europei, in stretta collaborazione con l'Ucraina". L'Eliseo ha riassunto così il senso dell'incontro oggi a Londra , a Downing Street, tra il padrone di casa , il premier britannico Starmer, il cancelliere tedesco Merz, il presidente francese Macron e il leader ucraino Zelensky. La fase è molto delicata e non è tempo di conferenze stampa o dichiarazioni davanti alle telecamere. Meglio dichiarazioni prudenti e felpate per fare sapere che sono al lavoro i consiglieri dei leader "in vista degli scambi tra europei, americani e ucraini, che dovrebbero consentire di rafforzare la convergenza nei prossimi giorni". Un lavoro non certo facile , laddove a convergere sembrano soprattutto gli interessi di Mosca e Washington. Negli ultimi giorni i leader europei hanno dovuto d'altronde prendere atto, una volta di più, di quanto sia sempre più lontano l'alleato americano e Zelensky ha dovuto incassare ancora una volta l'accusa di Trump di non volere dire si all'accordo proposto dall'amministrazione Trump al quale Mosca guarda invece con favore.
Tutti nodi sul tavolo dei colloqui di Londra, ai quali in modalità videoconferenza è intervenuta anche Meloni, ed anche del bilaterale successivo tra Zelensky e Starmer, con quest'ultimo che non ha mancato di sottolineare il sostegno militare e politico all'Ucraina da parte del Regno Unito. Gli incontri di Zelensky con gli alleati europei proseguono a Bruxelles, dove vedrà il segretario generale della Nato Mark Rutte, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Quest'ultima, attraverso X ha tenuto a riaffermare l'incondizionato sostegno a Kyiv: "Mentre l'Ucraina si impegna in autentici sforzi diplomatici per la pace, la Russia continua a ingannare e a prendere tempo. Prendendo in giro la diplomazia e aumentando gli attacchi, fingendo di cercare la pace. Oggi, quella facciata rimane saldamente al suo posto. Ma non ci cascheremo, sappiamo chi è l'aggressore e chi è la vittima in questa guerra". Per la presidente della Commissione Ue, "La brutale guerra della Russia ha cercato di dividerci, ma ha ottenuto l'effetto opposto . I nostri legami sono più forti che mai. Non siamo legati solo da interessi difensivi, ma anche dai nostri valori comuni. Ed è così che procederemo. Uniti, nel sostenere l'Ucraina e nel difendere l'Europa". Buoni propositi, che si scontrano però con i distinguo in seno ai 27 e all'interno dei paesi dell'Unione. E tra i paesi più grandi dove si manifestano questi distinguo c'è l'Italia. Il governo Meloni ha sognato di poter svolgere un ruolo da ponte tra l'Europa e Trump, ma la chiara posizione dell'amministrazione Usa, più interessata ad uno sfaldamento della Ue che ad una cooperazione con essa, ha reso di fatto ininfluente e marginale la posizione italiana. E domani a Roma per incontrare Meloni arriverà Zelensky.
All'Europa, con parle che strizzano l'occhio a Trump si rivolge oggi attraverso i social Kirill Dmitriev, rappresentante speciale del presidente russo Vladimir Putin, figura influente della sstretta cerchia dello "Zar" sospettato di essere l'estensore del primo piano americano per la fine della guerra, molto sbilanciato a favore delle ragioni di Mosca Per Dmitriev "È tempo che l'Unione Europea, che sotto l'influenza dell'amministrazione dell'ex presidente statunitense Joe Biden ha intrapreso un percorso di declino economico e di civiltà, ascolti l'attuale leader statunitense Donald Trump e salvi l'Europa".
