Noi non vogliamo essere complici: appello di 1500 protagonisti del cinema internazionale per boicottare le le istituzioni cinematografiche israeliane "coinvolte nel genocidio"

Olivia Colman, Javier Bardem, Yorgos Lanthimos, Mark Ruffalo. Sono solo alcuni dei 1500 attori, registi e professionisti del cinema internazionale, che hanno annunciato di voler interrompere la collaborazione con le istituzioni cinematografiche israeliane "coinvolte nel genocidio" nella Striscia di Gaza. "In questo momento di crisi, in cui molti dei nostri governi stanno permettendo la carneficina a Gaza- hann scritto in una lettera pubblicata sul britannico Guardian - dobbiamo fare tutto il possibile per rispondere a questa complicità".  L'iniziativa è stata promossa dal gruppo Film Workers for Palestine, e ricorda un'iniziativa simile che in passato vide grandi protagonisti del cinema come Jonathan Demme e Martin Scorsese, che si rifiutarono di proiettare i loro film nel Sudafrica dell'apartheid. In questo caso i firmatari della lettera si impegnano a non avviare o a interrompere la collaborazione con festival, emittenti televisive e case di produzione dello Stato ebraico colpevoli di "giustificare il genocidio e l'apartheid". La vicinanza del mondo del cinema al dramma dei palestinesi di Gaza  si è manifestata in più occasioni nei giorni scorsi anche alla Mostra del Cinema di Venezia, dove, peraltro, il Leone d'argento è stato assegnato al film "The Voice of Hind Rajab", della regista tunisina Kaouther Ben Hania, sulla vicenda della bimba palestinese di cinque anni che nel gennaio 2024 a Gaza venne uccisa nel corso di un attacco dell'esercito israeliano insieme ai suoi familiari a bordo di un'auto mentre chiamava al telefono i soccorsi della Mezzaluna rossa.

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