A Bruexelles è il giorno del Consiglio europeo. I capi di Stato e di governo sono chiamati a discutere il piano che prevede l'utilizzo dei beni congelati alla Russia e l'erogazione di un prestito senza interessi di 140 miliardi di euro all'Ucraina per colmare il suo deficit di bilancio e fornire un sostegno militare credibile. Un piano che interessa molto da vicino il Belgio, per la parte dei beni congelati, poichè la maggior parte degli asset russi è detenuta presso Euroclear, un deposito centrale di titoli con sede a Bruxelles. L'attenzione dei cronisti, stamani all'arrivo dei leader al Consiglio europeo era pertanto rivolta al premier belga Bart De Wever. E arrivando ha precisato le sue richieste: "Vogliamo garanzie che se i soldi devono essere restituiti, ogni Stato membro contribuisca, le conseguenze non possono riguardare solo il Belgio. Chiediamo inoltre che ogni Paese che ha immobilizzato i beni si muova con noi. Se ci muoviamo, dobbiamo farlo tutti insieme. Se tali richieste saranno soddisfatte, allora potremmo andare avanti. In caso contrario, farò tutto ciò che è in mio potere, a livello europeo, nazionale, politico e legale, per fermare questa decisione". Attenzione a De Wever, ma anche a Robert Fico, il primo ministro della Slovacchia, che dopo avere paventato il veto al nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, ha poi fatto marcia indietro e detto di accettare le sanzioni. Il pacchetto "non ci riguarda direttamente, ma è un buon strumento per i negoziati", ha detto. Netta invece la posizione dell'Ungheria di Orban che come avvenuto in precedenti occasioni, non approverà le conclusioni alle quali giungerà il vertice.
Al vertice di Bruxelles c'è anche il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, per chiedere all'Ue e chiederà ulteriore sostegno dopo la deludente visita alla Casa Bianca.
Altro tema che assorbirà molta parte delle discussioni è quello legato al green deal. Alla vigilia del summit la pèresidente della commissione Ue ha detto che "Se il nostro obiettivo è un'economia robusta, resiliente, sostenibile e innovativa, allora aggrapparsi dogmaticamente ai modelli di business esistenti, indipendentemente dai loro successi passati, non è la soluzione". La Commissione si è comunque già incamminata lungo la strada del compromesso, proponendo una riduzione del 90 per cento delle emissioni entro il 2040, ma con alcune flessibilità per i governi e l'industria. Ma anche così le resistenze non mancano. Le politiche climatiche della Commissione vedono allargarsi il fronte degli oppositori e tra questi anche di leader conservatori come il tedesco Friedrich Merz, il polacco Donald Tusk e il governo italiano di Giorgia Meloni. Ma dubbi arrivano anche dallo scjhiermaneto dei liberali in primis da Macron. Il vertice si preveda che arrivi fino a notte fonda affrontando i temi relativi a Difesa, competitività, Medio Oriente, migrazione irregolare e, per la prima volta, crisi abitativa. al tavolo del confronto, sebbene non formalmente all'ordine del giorno, anche la questione Cina,con i 27 divisi su come affrontare Pechino dopo la decisione cinese di reintrodurre ed espandere ampie restrizioni sulle terre rare.
A margine del Consiglio europeo, si è tenuto anche un vertice ristretto sui temi dell'immigrazione. Presenti, tragli altri, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i Primi Ministri danese, Mette Frederiksen, e olandese, Dick Schoof. Nel corso dell'incontro, la presidente von der Leyen ha parlato della necessità di accelerare i negoziati relativi al Regolamento rimpatri e alla lista Europea di Paesi di origine sicuri, tema molto caro in particolare al governo italiano.