E' stata rabbiosa la reazione del governo israeliano all'annuncio di Regno Unito, Canada e Australia di riconoscimento dello stato palestinese. Oggi, per ravvivare la speranza di pace per i palestinesi e gli israeliani e una soluzione a due Stati - ha detto il premier britannico Starmer - il Regno Unito riconosce formalmente lo Stato di Palestina". Prima e dopo gli annunci, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha risposto che Israele combatterà “alle Nazioni unite e in tutte le altre sedi” contro le richieste di istituire uno Stato palestinese, “che metterebbe in pericolo la nostra esistenza e costituirebbe un'assurda ricompensa per il terrorismo". Per il ministro delle finanze Smotrich, Israele deve rispondere con l'annessione della Cisgiordania. "I giorni in cui la Gran Bretagna e altri Paesi determinavano il nostro futuro sono finiti, il mandato è finito e l'unica risposta alla mossa anti-israeliana è la sovranità sulla patria del popolo ebraico in Giudea e Samaria e l'eliminazione per sempre dall'agenda dell'idea folle di uno Stato palestinese", ha scritto su X l'esponente dell'ultradestra messianica e razzista. Anche per il Congresso Ebraico Mondiale “riconoscere la Palestina è un grave errore”.
Dal fronte palestinese arrivano al contrario le reazioni soddisfatte dell'Autorità Nazionale Palestinese (Anp): "La decisione del Regno Unito è un passo verso una pace giusta e duratura", ha commentato con un comunicato il presidente palestinese Mahmoud Abbas. Il Presidente francese Macron, che farà l'annunio ufficiale del riconoscimento domani all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, si è detto pronto anche all'apertura di un'ambasciata francese nel territorio di Palestina, ma ad una condizione definita imprescindibile: il rilascio degli ostaggi tenuti prigionieri da Hamas a Gaza.